domenica 20 gennaio 2013

diverso da chi?

Nelle ultime settimane si è parlato (prevalentemente a sproposito) della sentenza della Cassazione (n. 601 dell'11 gennaio 2013 per la precisione!) che avrebbe disposto l'affidamento di un minore ad un coppia gay.
Sono quindi iniziate (o meglio riaffiorate) le discussioni sulle coppie gay, sulla possibilità che adottino, per arrivare - anche considerato il periodo elettorale - alle dichiarazioni dei politici e alla  definizione di famiglia "sana" da parte della Vezzali, alla presa di posizione di Monti, ecc.

Ho deciso quindi di leggere la sentenza e ho scoperto che la Cassazione non ha affatto deciso di affidare il minore ad un coppia gay, né ha preso posizione sui diritti delle coppie gay in relazione all'affidamento o all'adozione.
La Cassazione si è limitata a confermare l'affidamento del minore in esclusiva alla madre - concedendo diritti di visita al padre - perché il padre si era dimostrato violento e non idoneo (quantomeno temporaneamente) all'affido congiunto (che ormai in Italia è la regola). La Cassazione ha anche affermato, ed è questa la bellezza della sentenza, che il padre non avrebbe dimostrato quali ripercussioni negative aveva avuto o avrebbe potuto avere l'affidamento del minore alla madre, per il solo fatto della convivenza con un'altra donna: "non risulta alcuna specificazione delle ripercussioni dell'ambiente familiare in cui questi viveva presso la madre".....ed ancora "alla base della doglianza del ricorrente non sono poste certezze scientifiche o dati di esperienza, bensì il mero pregiudizio che sia una famiglia incentrata su una coppia omosessuale. In tal modo si dà per scontato ciò che invece è da dimostrare, ossia la dannosità di quel contesto familiare per il bambino". 

Il punto a mio avviso è proprio questo. La famiglia è quella fondata sull'amore, il bambino vive in un ambiente "sano" se non assiste alla commissione di reati, ad atti di violenza, al consumo di droghe. Il bambino vive in un ambiente sano se gli adulti (genitori, conviventi, nonni, fratelli, ecc.) si occupano di lui con amore e ne curano la crescita, lo educano, lo seguono, lo ascoltano e gli trasmettono valori e principi sani. 
Perché un minore potrebbe essere affidato in esclusiva ad un padre o ad una madre che nel frattempo convivono con altre persone solo se queste appartengono all'altro sesso? 
Dov'è il discrimine e soprattutto - come ha detto la cassazione - dove è scritto che il fatto che il genitore affidatario abbia una relazione omosessuale possa essere dannoso, se non è dimostrato?

Ho detto più volte che questo blog è lieve e non intendo di certo smentirmi, per cui non prenderò posizione sull'adozione da parte delle coppie omosessuali (in Italia siamo talmente indietro che non abbiamo ancora il riconoscimento delle unioni civili tra omosessuali, per cui il tema dell'adozione lo vedo lontano). 
Dico solo che non esiste normalità (rispetto a chi?) né diversità (da chi?). Quando si tratta dell'adozione di un minore, esiste invece l'amore e l'amore possono darlo tutti omosessuali e non, se a loro volta tra di loro si amano e si rispettano. 
Dico solo che i bambini che vengono posti in stato di adozione sono figli di genitori che li hanno abbandonati o sono stati allontanati da famiglie con disagi. 

E mi chiedo? quelle famiglie sarebbero normali e sane solo perché formate da persone di sesso diverso? Non credo proprio...

ps diverso da chi? è un delizioso film del 2009 con Luca Argentero, Claudia Gerini e Filippo Nigro che affronta anche questo tema in modo lieve..
ps1 Monti ha perso il mio voto ma questo è un blog lieve quindi non vado oltre.

2 commenti:

  1. Brava Lia.
    Ed io aggiungo: chi ha vissuto la felicità dell'essere genitore (naturale o meno) e intende negare questa gioia a persone solo perchè omossessuali non ama pienamente i propri figli: cosa farebbero se i propri figli un domani si rivelassero omossessuali ?

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